Giovanni Panato

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Giovanni Panato

 

Cosa insegni?
Chitarra elettrica e acustica principalmente, ma nei laboratori sperimentiamo con tutto ciò che ha delle corde.
Artisti preferiti?
Come chitarristi Robben Ford, Larry Carlton, Scott Henderson, Wes Montgomery, Eric Johnson, Brian Setzer, e la lista è ancora lunga. Della musica italiana apprezzo molto Battiato. Inoltre mi piacciono: Pink per la sua capacità di scrivere linee melodiche veramente efficaci su strutture armoniche relativamente semplici, i Rage Against The Machine e i Korn per la grande energia, John Mayer per la sua semplicità e musicalità, i Rumatera perchè apprezzo chi fa musica in dialetto e perchè mi fanno ridere. In realtà non è facile rispondere a una domanda come questa.
Quando e come hai capito che la musica era la tua strada?
Da piccolo ero rimasto particolarmente impressionato dal suono di un Riff di chitarra in una cassetta dei Ricchi e Poveri che ascoltavo in un walkman rosso (ricevuto in regalo insieme ad una scatola di Dixan, il detersivo). Per emulare quel suono ho preso una chitarra da pochi soldi che avevo in soffitta, insieme a dello scotch e delle vecchie cuffie. Ho inserito tutto nell’input del microfono del mangiacassette e ho iniziato a suonare, finchè non sono esplose le casse. Da lì è iniziato tutto.
Qual è la parte più bella di suonare uno strumento?
Le vibrazioni che lo strumento ti trasmette quando suoni. Amo particolarmente il violoncello. L’aspetto affascinante è che ogni strumento ha una voce unica in base a chi lo suona: lo stesso strumento suonato da 100 persone diverse non darà mai vita a due suoni tra loro identici.
Qual è la sfida più diffcile dell’essere un musicista?
Vivere della propria musica. Ammiro chi lo fa, bisogna essere coraggiosi e audaci.
Qual è la cosa più importante che ti ha insegnato la musica?
Ad essere disciplinato, non con me stesso ma col resto del mondo. Imparare a suonare un brano difficile, al di fuori del mero aspetto tecnico, richiede pazienza, determinazione, autocontrollo, organizzazione e spirito di sacrificio. La musica mi ha insegnato ad essere umile: criticare e invidiare sono solo un intralcio all’apprendimento, e con tutto quello che c è da studiare e da imparare non si può perder tempo in simili sciocchezze.
Cosa porti a Sonoria?
La mia passione per la musica e per il lavoro, le mie competenze, i miei difetti, la voglia di ascoltare, condividere, e confrontarmi.

 

Per saperne di più:
Curriculum Vitae

 

#LetsPlayTogether

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